Mete ed eventi di turismo religioso in Provincia di Taranto

Nel territorio tarantino, gli usi e i costumi della tradizione rivivono nei numerosi eventi legati alle feste religiose. A Taranto l’8 maggio una processione attraverso i due mari rievoca il momento dell’arrivo sulle coste ioniche del suo patrono, San Cataldo, che, secondo la leggenda, di ritorno dalla Palestina era scampato a un naufragio gettando nelle acque del Mar Grande l’anello pastorale che creò proprio in quel punto una sorgente d’acqua dolce. Sempre a Taranto si tengono i festeggiamenti in onore della santa patrona dei pescatori, la Stella Maris: durante la processione di settembre numerose imbarcazioni scortano in mare il simulacro della Vergine tra musiche e fuochi d’artificio. Nel periodo di Pasqua, la devozione diventa silente partecipazione al dolore del Calvario. La Confraternita del Carmine, unitamente a quella di Maria SS. Addolorata, organizza da oltre due secoli i Riti della Settimana Santa. Alla mezzanotte del Giovedì Santo dalla Chiesa di San Domenico Maggiore si muove la processione dell’Addolorata: il corteo con la statua della Vergine, rivive, attraverso il dolore della Madre, il dramma della morte di Gesù, in uno dei momenti più toccanti della tradizione religiosa tarantina. Il pellegrinaggio si conclude solo al mattino seguente dopo aver attraversato le vie della città vecchia e del borgo. Nel pomeriggio un altro momento intenso è rappresentato dalla processione dei Misteri, una rappresentazione della Via Crucis di Gesù con statue e simboli della Passione portati in pellegrinaggio, per tutta la notte, per le vie del borgo. Accomuna entrambe le rappresentazioni sacre la presenza di confratelli in abiti di rito e volto coperto, che con passo lento e scandito, accompagnano i simulacri in un lungo cammino di fede e penitenza. Altro momento fortemente suggestivo è la rappresentazione della Passione di Cristo di Ginosa, dove più di trecento attori danno vita, nel suggestivo scenario della gravina, alla rappresentazione della vita di Gesù. Nel tarantino è molto diffusa l’usanza di eseguire fino all’Epifania rappresentazioni sacre della Natività. A Crispiano, nelle grotte rupestri del Vallone, ha luogo da molti anni un presepe vivente con oltre cento figuranti in costume d’epoca. Pastori e artigiani ridanno vita ad antichi mestieri in attesa della grande fiaccolata che, nella notte del 24, giungerà alla grotta della Natività per deporre Gesù Bambino. Anche a Faggiano si ricostruiscono luoghi e situazioni di questa tradizionale rappresentazione. Si tiene nella frazione di Lama la sacra rappresentazione dell’arrivo dei Magi. Dopo un’asta che vede gareggiare sette contrade, quella vincitrice, dopo aver attraversato il paese, raggiunge il luogo della sacra rappresentazione, vale a dire il sagrato della Chiesa della Regina Pacis. A Lizzano, nel giorno dell’Epifania, tutta la comunità è coinvolta nella rappresentazione scenica dell’arrivo dei Magi che, muovendosi dal convento di San Pasquale di Baylon, raggiungono la scena allestita nel centro storico del paese. L’antico rituale del fuoco continua a perpetuarsi in numerosi centri del tarantino. Così a Grottaglie alla fine di gennaio per la celebrazione di San Ciro una gigantesca catasta di legna sormontata dall’immagine del Santo ricorda il supplizio da lui patito. Come pure a Lizzano e a San Marzano, il 19 marzo, la festa di san Giuseppe si conclude con l’accensione di numerosi falò sparsi per la città, mentre antichi inni vengono intonati dalle donne più anziane.

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