Luigi Fallacara, poeta

fallacara2Luigi Fallacara, nato a Bari nel 1890, svolse la sua prima formazione culturale nel capoluogo pugliese, prima di essere costretto a spostarsi nel 1912 per completare i suoi studi umanistici, poiché la sua città era ancora priva della Facoltà di Lettere. Giunse, pertanto, in una Firenze straordinariamente attiva dal punto di vista letterario e subito si inserì all’interno del dibattito culturale collaborando prima con la rivista dell’avanguardia letteraria, «Lacerba», e poi con «Il Frontespizio», rivista incunabolo dell’ermetismo che più di tutte segnò il suo percorso. In seguito, pur decidendo di stabilirsi definitivamente nella città fiorentina, dove ancora oggi vivono le figlie e le nipoti, conservò sempre un legame privilegiato con la sua terra d’origine, come dimostra primo fra tutti il romanzo Terra d’argento (1936). La sua intensa attività poetica, pienamente inserita all’interno dei fenomeni culturali del primo Novecento, vide la pubblicazione di numerose raccolte: le Illuminazioni (1925), I firmamenti terrestri (1929), Confidenza (1935), Poesie d’amore (1937), Notturni (1941), Residui del tempo (1954), Celeste affanno (1956), Il mio giorno s’illumina (1957), Così parla l’estate (1959), Il di più della vita (1961), Il frutto del tempo (1962). La scrittura di racconti e romanzi accompagnò di continuo la più centrale poesia. Il rigore e l’importanza delle sue opere fanno di Fallacara l’ineludibile punto di partenza per chi voglia affrontare la questione della sussistenza di una letteratura ‘pugliese’, da intendersi come partecipazione di questo territorio regionale alle vicende più ampie della letteratura nazionale, in una veste non necessariamente marginale o ancillare.

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